racconti

Il lusso

Come quella volta in cui mi chiedesti: “mamma, facciamo una cosa di lusso?”. Io presi i biglietti per la motonave, ci svegliammo presto presto al mattino e ce ne andammo a Venezia.

Non mi sembrasti molto colpita. Forse un po’ dalla motonave.

Comunque, faceva un caldo terribile e tu, dopo una ciambella fritta a colazione, avevi ancora fame. Le mie speranze di un pranzo leggero diminuivano passo dopo passo.

Addocchiai un paio di bacari ma, dall’espressione sul tuo viso, neanche questi ti colpivano.

Cominciavo a scoraggiarmi. A un certo punto mi indicasti un ristorantino con i tavoli all’aperto, dietro Riva degli Schiavoni. Ah, però.

E va bene. “Sediamoci”.
Ti indicai il tavolo proprio accanto al canale e mi sedetti di fronte a te.

“Adesso Viola ti leggo il menù”, ordina quello che vuoi. Questo è il tuo giorno di lusso.

Passammo in rassegna (un paio di volte almeno) spaghetti agli scampi, grigliate di pesce, gamberoni alla brace e cruditè varie.

Nulla provocò un’espressione più che assorta sul tuo viso.

Il cameriere, nel suo abito nero, ci si avvicinò titubante.
“Posso, signorina?” versandoti dell’acqua.

“Grazie” gli sorridesti.
“Avete la pasta al pesto?”

Il cameriere mi guardò. Mi scappò un mezzo sorriso, tra due occhi sbigottiti.

“Possiamo preparargliela”. Ti sorrise.

Pochi minuti dopo le gondole scivolavano nel canale mentre tu mangiavi la tua lussuosissima pasta al pesto, felice.

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