Ma tu lo senti, lo sgraziato garrito dei quei gabbiani laggiù, che girano in tondo e poi tornano indietro?
Diresti che è brutto, e avresti ragione.
Ma è così familiare che, senza, questo quadro di mare e cielo sarebbe mancante di un pezzo.
E tutto questo azzurro e argento che luccica e si muove sarebbe muto.
Un po’ come la lavatrice.
Mica è bello il suono che fa, ma sa di sabato mattina e del profumo buono dell’ammorbidente sulle magliette.
E allora mi viene da pensare cosa ci sia di bello.
E sento il peso di una mano tiepida, mentre nella testa girano gabbiani e lavatrici.