racconti

Aria

aria

“Spostati” disse Samuel, ma la sua voce suonava canzonatoria e affettuosa.
Jona si fece un poco da parte perché l’amico potesse raggiungere il cassetto con gli spicci.
Le monete picchiettarono sul legno cavo e scomparvero subito sul fondo buio.

“La prossima volta che mi svegli di notte ti lascio fuori”, continuò allungando un pacchetto di carta unta ad una signora con un bimbo riccio in braccio, e condì il gesto con un sorriso chiaro, sparso disordinatamente tra la bocca e gli occhi.

L’amico alzò le spalle, mentre si sollevava davanti a lui una piccola colonna di fumo, dalla padella dove cuocevano le patate dolci.

L’aria era gelida. Intorno a loro il mondo, il sonno negli occhi e nel petto il respiro ampio delle cose attese, la curiosità e la meraviglia di aspettare il giorno dopo sconosciuto, l’odore intenso del fritto e le dita unte intorno ai cartocci.

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