C’è un ragno sulla mia lampada.
Ogni giorno costruisce la sua ragnatela, proprio lì, tra la mia Kartell e il muro. E ogni giorno io arrivo con la scopa e gliela smonto.
Ma il giorno dopo lui è ancora lì e ha ricostruito la sua ragnatela.
Sempre nello stesso punto. Sempre uguale.
Mi chiedo se la sua indelicata tenacia sia una sfida, o se forse è solo convinto che ogni giorno sia la volta buona.
Forse mi odia o magari nemmeno se la prende. Solo ricomincia da capo.
C’è qualcosa di patetico e di epico in lui. Sarebbe facile se un giorno si svegliasse e dicesse: “sai che c’è, pare che qui io abbia poca possibilità di riuscire” e se ne andasse in giardino.
Forse non sa che può farlo.
O forse dimentica ogni mattina il giorno precedente.
O ancora non gliene importa poi molto di avere una ragnatela, ma solo di doverla costruire.