C’era un quadro sopra al letto
molto bello ma imperfetto
continuava a penzolare,
verso destra a dondolare.
Ci provò lei delicata:
col ditino un’aggiustata,
venne un altro prepotente
con il trapano e il collante.
Niente, lui tutto riverso
parea ridere perverso,
gli strumenti e le persone
volser in disperazione.
E poi il fabbro e l’ingegnere.
che lo volle pur vedere,
dichiararono sconfitti
“non esiston quadri dritti”.
Una notte di novembre,
ammantato dalle ombre
venne giù, tutto d’un botto
sderenando quelli sotto.
Lo dicevo! Và in cantina!
Urlò livida la Gina
e il Carletto, di gran lena
mise anche la catena.
Quello appeso alla parete
tra ragnetti e cose quiete
stava dritto ed elegante
come fosse un grande amante.
Se ti senti quadro storto
tieni duro, reggi l’urto
di chi cerca di forzare,
l’equilibrio accomodare.
Vieni giù di prepotenza
che allor sì ti danno udienza
trova il tuo posto perfetto
non per forza sopra un letto.