Ho infilato tutto in una biglia.
Adesso è un mondo tondo e perfetto.
Da fuori vedi tutto un po’ distorto, però, a rigirartela tra le dita, senti quella bella sensazione di liscio, facile e accogliente.
Per ora ci ho messo la pietra sdrucciolevole di un castello, il giallo-oro di una panchina che guarda il mondo, il divano accanto alla provinciale, la signora che chiacchiera prima del caffè, i tordi che fanno il mercato all’alba.
E calici di vino, scale bianche che a salirle non sai dove ti condurranno, ma anche i boschi di roverella, i castagneti di Fortunago, che devono ancora venire.
Nella biglia ho messo il tempo e lo spazio.
Che quando sono tondi, sono infiniti.